VERONA FA SQUADRA ATTORNO ALLE VITTIME DI REATO
NELLA CITTÀ SCALIGERA LA PRIMA “RETE DAFNE” DEL VENETO
Undici i firmatari del protocollo per la costituzione del ‘network su base provinciale volto a offrire – in stretta sinergia, e ciascuno in base alle rispettive competenze -, specifici servizi di assistenza riservati e gratuiti, nell’interesse della persona offesa dal reato.
Verona 1 ottobre 2021 – Un rete strategicamente organizzata per offrire «specifici servizi di assistenza, riservati e gratuiti, nell’interesse della vittima, prima, durante e per un congruo periodo di tempo dopo il procedimento penale».
A Verona si costituisce la prima Rete Dafne del Veneto, «Rete Dafne Verona», che scaturisce dal protocollo di intesa che viene siglato oggi a Palazzo Barbieri da 11 aderenti locali, in attuazione della Direttiva 2012/29/UE contenente “Norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato”, nel solco della quale già dal 2018 opera Rete Dafne Italia.
Un modello di intervento che rispetto alle proposte già diffuse a livello nazionale, specificatamente operanti a tutela delle donne vittime di violenza, di minori maltrattati o abusati, di vittime del terrorismo o della criminalità organizzata, dell’usura o del dovere, della strada o di altri fatti illeciti, intende fare un passo oltre ed estendere l’attività di assistenza a qualsiasi tipo di reato perseguito dall’ordinamento italiano, senza distinzioni di genere, età, nazionalità, razza, religione, condizione socio-economica e sanitaria, o comunque fondate sulla qualità soggettiva della vittima, sulla natura del reato o su altre caratteristiche personali o oggettive, e a prescindere dalla condizione della vittima (fonti normative: Decreto Legge n. 212 del 15 dicembre 2015, “Attuazione della direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012; Legge n. 122 del 7 luglio 2016 “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea”- Legge Europea 2015-2016).
Attraverso la loro azione, Rete Dafne Italia e le Reti Dafne ad oggi attive in Italia, nelle regioni di Piemonte, Sardegna, Toscana, Puglia, e grazie al protocollo veronese ora anche in Veneto, si propone così di rafforzare le capacità reattive di chi è stato offeso da un crimine, attraverso l’accompagnamento ai servizi presenti sul territorio, le informazioni sui diritti, il sostegno psicologico e, ove necessario, medico-psichiatrico. E contestualmente di evitare i rischi di vittimizzazione secondaria, ossia che la vittima sia nuovamente esposta al reato e alla probabilità di non venire adeguatamente indirizzata alle strutture mediche, le forze dell’ordine, l’autorità giudiziaria.
Il modello Rete Dafne è il risultato di un incontro tra pubblico e privato, e di una convergenza di impegni assunti da uffici giudiziari, enti locali, servizi sociali e sanitari e del Terzo settore, che ha il valore aggiunto di posti altresì come interlocutore per politiche integrate a tutela delle vittime, sia con le istituzioni italiane sia sul piano internazionale, in particolare con “Victim Support Europe”.
Un progetto che, inoltre, colma un vuoto culturale nel nostro Paese particolarmente radicato, che è quello di limitarsi a considerare ovvero prendere globalmente in carico la vittima di reato in funzione del solo genere o del reato subito, anziché della vulnerabilità soggettiva.
FINALITÀ DELLA RETE – IMPEGNI DELLE PARTI
Ciascun firmatario del protocollo, in base alle proprie specifiche competenze e in conformità alla normativa che ne disciplina l’azione a tutela delle vittime di reato, sarà investito dei seguenti compiti:
- accoglienza e ascolto;
- accompagnamento e orientamento verso servizi specialistici: assistenza psicologica e sociale, consulenza psichiatrica, informazione sui diritti e sui programmi di giustizia riparativa;
- prevenzione del fenomeno di vittimizzazione;
- conoscenza degli interventi, delle strategie di sostegno e di accompagnamento a favore delle vittime di reato;
- adeguata formazione di tutti gli operatori coinvolti in collaborazione con le strutture preposte, secondo il modello di Rete Dafne Italia;
- attività di informazione, diffusione e sensibilizzazione sui diritti delle vittime previsti dalle norme UE;
- attivazione di percorsi di sensibilizzazione e condivisione di best practice fra i professionisti e/o i servizi di assistenza riguardo ai diritti, alla protezione delle vittime e al sostegno;
- formalizzazione di tavoli di sensibilizzazione, per favorire il dialogo inter istituzionale, e per sostenere risposte sinergiche tra i Servizi già esistenti sul territorio;
- promozione della riflessione culturale e sociale sul tema della vittimizzazione che solleciti un adeguamento normativo a livello regionale e nazionale;
- diffusione della conoscenza dei servizi offerti perché ogni persona vittima di reato possa essere informata e indirizzata per ricevere accoglienza, ascolto e supporto.
SOGGETTI FIRMATARI
Comune di Verona, rappresentato dal Sindaco Federico Sboarina
Tribunale di Verona, rappresentato dalla Presidente Antonella Magaraggia
Procura della Repubblica di Verona, rappresentata dalla Procuratrice Angela Barbaglio
Ordine degli Avvocati di Verona, rappresentato dalla Presidente Barbara Bissoli
Camera Penale Veronese, rappresentata dal Presidente Claudio Avesani
Aulss 9 Scaligera, rappresentata dal Direttore Generale Pietro Girardi
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (AOUI) di Verona, rappresentata dal Direttore Generale Callisto Marco Bravi
Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale di Verona, nella persona di Monsignor Carlo Vinco
Associazione A.S.A.V. OdV – Associazione Scaligera Assistenza Vittime di reato, rappresentata dalla Presidente Annalisa Rebonato
Istituto Don Calabria di Verona – Area servizi di Mediazione Penale, rappresentato dal Direttore Tecnico Silvio Masin
Associazione Rete Dafne Italia – Rete nazionale dei servizi di assistenza alle vittime di Reato, rappresentata dal presidente Marco Bouchard.
VERONA ANTESIGNANA
Un primo seme in questa direzione era stato gettato già nel 2008 con la nascita di A.S.A.V.- Associazione Scaligera Assistenza Vittime di Reato che dal 2012 è iscritta al Registro regionale (ora come Odv), e dal 2013 svolge l’attività di ascolto, informazione, accompagnamento ai servi del territorio tramite un’attività di sportello incardinata presso il Comune di Verona.
Con l’adesione a Rete Dafne Verona, A.S.A.V. perseguirà le finalità del protocollo in maniera più sinergica, implementando le attività del Centro già esistente finora consolidate sul campo, ossia informazione, accompagnamento e orientamento, informazione sui diritti, assistenza psicologica,in raccordo con tutti gli altri specifici servizi territoriali, al contempo favorendo un dialogo permanente interno alla Rete.
Determinante, inoltre, sarà anche il suo ruolo di collaborazione con Forze sociali e Istituzioni per migliorare le normative e gli interventi pubblici in materia di giustizia penale, dando input a nuove “buone prassi” di assistenza alla vittima di reato, volte a impedire o limitarne la marginalizzazione che spesso la medesima subisce all’interno dello stesso sistema giustizia.
Qualche dato – Nei suoi oltre dieci anni di attività A.S.A.V. ha accolto mediamente 30 soggetti all’anno, anche nel periodo antecedente l’atto di denuncia o di querela. Con la diminuzione degli accessi, a causa della pandemia, i volontari, tutti adeguatamente formati, hanno comunque garantito la continuità del servizio da remoto o in presenza previo appuntamento telefonico.
I principali reati per i quali i cittadini si sono rivolti ad Asav sono quello contro la persona (violenza sessuale, molestie, lesioni, minacce, tentato omicidio), ma non sono mancati casi di reati contro il patrimonio, in particolare la fattispecie di truffa.
ORGANI DI INDIRIZZO E MONITORAGGIO
A garanzia della piena efficienza e trasparenza dell’operato della Rete, la stessa si doterà di una Cabina di regia e di un Comitato tecnico composti dai rappresentanti dei soggetti firmatari.
La prima dovrà: a) supervisionare, monitorare e valutare l’attuazione e l’andamento delle attività previste dal presente protocollo ed eventualmente vagliare nuove proposte di azione anche sulla base di una analisi annuale dei dati relativi alle notizie di reato e di assistenza alle vittime di reato sul territorio; b) partecipare agli incontri istituzionali per lo sviluppo e la stabilizzazione di Rete Dafne Verona (RDV); c) Nominare i Membri del Comitato tecnico.
Il Comitato tecnico dovrà: a) sovrintendere al funzionamento del Servizio di assistenza alle vittime di reato e alla promozione del servizio secondo le indicazioni della Cabina di Regia; b) partecipare ad un percorso di formazione per il funzionamento della Rete; c) predisporre report periodici contenenti la valutazione dell’impatto del Servizio per l’assistenza alle vittime di reato; c) nominare il responsabile dell’equipe degli operatori del Servizio e selezionarne gli operatori; d) individuare gli esperti per la supervisione delle attività dell’equipe.
FORMAZIONE
Per onorare gli impegni sottoscritti dalle parti al meglio delle proprie potenzialità, Rete Dafne Verona, in virtù del cofinanziamento della REGIONE VENETO ha organizzato anche un percorso di formazione qualificata – a sua volta gestito da Rete Dafne Italia – per i volontari e i professionisti che opereranno all’interno del servizio di assistenza alle vittime di reato, rivolta anche ai componenti del Comitato tecnico e ad altri soggetti individuati dallo stesso.
La formazione, che comincia venerdì 1° ottobre, è articolata in otto incontri e verterà essenzialmente sull’inquadramento giuridico europeo in materia di tutela della vittima di reato, sulla legislazione nazionale, sugli aspetti psicologici e di vulnerabilità della vittima di reato.
MODELLO DA REPLICARE
L’auspicio degli aderenti a Rete Dafne Verona è di diventare modello di riferimento anche per le altre province venete.
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Contatti stampa: Francesca Saglimbeni 333.5247298